5 punti per un programma di sviluppo della psicologia di comunità

Nell’ultimo numero del Journal of Community Psychology, Kivell e colleghi lanciano una sfida alla Psicologia di Comunità statunitense ed europea. L'articolo è una rassegna descrittiva delle componenti fondamentali della trasformazione e concretizza la disamina dei lavori attuali in una proposta di prassi trasformativa. La revisione si concentra sui lavori pubblicati nelle riviste nordamericane di Psicologia di Comunità, e categorizza sette dimensioni fondamentali per iniziare e sostenere una prassi trasformativa. Gli autori definiscono la prassi trasformativa come un processo di riflessione critica e di azione per sfidare e trasformare strutture e sistemi oppressivi. Si tratta di lavorare in collaborazione con le comunità per sviluppare una visione condivisa che abbia un impatto tangibile sulla vita dei membri della comunità. La prassi trasformativa si fonda su epistemologie e prassi critiche e liberatorie e mira a creare sistemi più giusti ed equi.


La prima dimensione della prassi trasformativa è lo sviluppo e la messa in atto di valori condivisi. Si tratta di impegnarsi nella riflessione critica e nel dialogo per identificare e articolare i valori condivisi che guidano gli sforzi trasformativi. Gli autori sostengono che i valori condivisi sono essenziali per costruire la fiducia e creare un senso di finalità e direzione collettiva. Inoltre, notano che i valori condivisi possono aiutare a garantire che gli sforzi di trasformazione siano fondati su principi etici e siano allineati con i bisogni e le priorità della comunità.

La seconda dimensione della prassi trasformativa è lo sviluppo di visioni di un mondo giusto. Si tratta di impegnarsi nella riflessione critica e nel dialogo per identificare e articolare visioni condivise di come sarebbe un mondo più giusto ed equo. Gli autori sostengono che lo sviluppo di visioni condivise di un mondo giusto è essenziale per creare un senso di finalità e direzione collettiva e per guidare gli sforzi di trasformazione verso impatti tangibili sulla vita dei membri della comunità. Inoltre, la visione condivisa di un mondo giusto può aiutare a garantire che gli sforzi di trasformazione siano fondati su principi etici e siano allineati con i bisogni e le priorità delle comunità servite.

La terza dimensione della prassi trasformativa consiste nell'impegnarsi nell'auto-riflessione critica e nella riflessività. Si tratta di esaminare criticamente i propri presupposti, pregiudizi e valori, nonché le dinamiche di potere e le strutture sociali che danno forma al proprio lavoro. Gli autori sostengono che impegnarsi nell'auto-riflessione critica e nella riflessività è essenziale per garantire che gli sforzi di trasformazione siano fondati su principi etici e siano allineati con i bisogni e le priorità delle comunità servite. Inoltre, l'auto-riflessione critica e la riflessività possono aiutare a identificare e affrontare gli squilibri di potere e altre forme di oppressione che possono essere perpetuate attraverso gli sforzi trasformativi.

La quarta dimensione della prassi trasformativa è la costruzione di un quadro critico condiviso dei problemi. Si tratta di impegnarsi in una riflessione critica e in un dialogo per identificare e articolare una comprensione condivisa dei problemi da affrontare, nonché delle dinamiche di potere e delle strutture sociali sottostanti che creano e perpetuano tali problemi. Gli autori sostengono che la costruzione di un quadro critico condiviso dei problemi è essenziale per garantire che gli sforzi di trasformazione siano fondati su una comprensione profonda delle questioni in gioco e siano allineati con i bisogni e le priorità delle comunità servite. Inoltre, la costruzione di un quadro critico condiviso dei problemi può aiutare a identificare e affrontare le cause profonde dei problemi sociali e ambientali, anziché limitarsi ad affrontare i sintomi o le questioni di superficie.

La quinta dimensione della prassi trasformativa consiste nel puntare su più livelli di analisi. Si tratta di riconoscere che i problemi sociali e ambientali sono complessi e sfaccettati e che per affrontarli sono necessari interventi a più livelli, tra cui quello individuale, interpersonale, organizzativo, comunitario e politico. Gli autori sostengono che rivolgersi a più livelli di analisi è essenziale per creare un cambiamento duraturo e significativo e per affrontare le cause profonde dei problemi sociali e ambientali. Essi rilevano inoltre che rivolgersi a più livelli di analisi richiede collaborazione e coordinamento tra diversi settori e stakeholder, e che richiede una profonda comprensione delle interconnessioni tra i diversi livelli di analisi.

La sesta dimensione della prassi trasformativa consiste nell'impegnarsi nella solidarietà con coloro che sono maggiormente colpiti dall'ingiustizia strutturale. Questa dimensione sottolinea l'importanza di costruire relazioni con i gruppi storicamente oppressi e di lavorare in solidarietà con loro per affrontare i problemi sociali e ambientali. Inoltre, evidenzia la necessità di includere voci e prospettive diverse nella prassi trasformativa e di riconoscere e affrontare le barriere che impediscono ai gruppi emarginati di partecipare pienamente agli sforzi trasformativi. Gli autori sostengono che impegnarsi nella solidarietà con coloro che sono più colpiti dall'ingiustizia strutturale è essenziale per creare un cambiamento significativo e sostenibile e per garantire che gli sforzi di trasformazione siano fondati sui bisogni e sulle priorità delle comunità servite.

L’ultima dimensione sottolinea l'importanza di impegnarsi in una prassi che resista attivamente ai sistemi, alle ideologie e alle persone al potere che, in modo attivo, occulto, visibile e invisibile, reificano e riproducono i sistemi e le strutture di oppressione. Gli autori suggeriscono di identificare e resistere alle strutture di potere e ai singoli detentori del potere, impegnandosi in una prassi che vada oltre le soluzioni migliorative.

Gli autori concludono che la prassi trasformativa è un processo complesso e continuo che richiede una profonda comprensione del contesto, delle dinamiche di potere e dei sistemi di oppressione che creano e mantengono i problemi sociali. Suggeriscono che la prassi trasformativa implica la costruzione di relazioni, l'impegno nella riflessione critica e l'azione per creare un cambiamento significativo. Gli autori sottolineano inoltre l'importanza di creare uno spazio per il processo, di costruire coalizioni e di identificare e resistere alle strutture di potere e ai singoli detentori di potere. Infine, delineano cinque raccomandazioni per la Psicologia di comunità per far progredire la prassi trasformativa.

Kivell, N., Sharma, R., Ranco, S., & Singh, A. K. (2023). Toward a Community Psychology Transformative Praxis: A descriptive review. Journal of Community Psychology, 51, 1669–1694. https://doi.org/10.1002/jcop.22949



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