una certa idea di salute mentale

È discorso comune collegare il peggioramento delle condizioni di salute mentale alla pandemia da CoViD-19, una narrazione supportata dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi e da diverse società scientifiche. Si tratta di un’impostazione che rischia però di occultare lo stato della salute mentale precedente l’esplosione del coronavirus a febbraio 2020. Può essere dunque un esercizio utile consultare il report di Istat del 2018 dal titolo La salute mentale nelle varie fasi di vita, l’ultimo rapporto specifico sul tema dell’istituto.

Una nota relativa alle fonti: per riuscire ad avere un quadro esaustivo, nemmeno completo, dello stato di salute mentale della popolazione italiana è necessario integrare almeno tre fonti: il Ministero della Salute, il Ministero dell’Istruzione e altre indagini Istat. 


In totale, le persone che hanno dichiarato di aver sperimentato nelle due settimane precedenti il questionario sintomi depressivi sono il 2.9% della popolazione oltre i 15 anni, mentre sono il 7% quelli che hanno vissuto forme gravi di ansia o depressione nei 12 mesi precedenti. In particolare, risultava che i sintomi e la loro gravità aumentassero al crescere dell’età, con una percentuale del 14.9% di ansia o depressione negli over 65. 

A influire sui livelli di depressione sono risultati essere, oltre all’età, il genere (le donne hanno riportato percentuali più alte), il livello di istruzione (le persone con basso livello di istruzione sono emerse come più soggette), la condizione economica (le persone con reddito inferiore hanno mostrato sintomi più diffusi e gravi); in particolare, da un’analisi multidimensionale risulta che per i soggetti, a pesare maggiormente, sono state le limitazioni alla vita quotidiana a incrementare i sintomi ansiosi o depressivi. 

Inoltre, la percezione di una rete sociale debole risultava moltiplicare il rischio di ansia e depressione tra i giovani, seguito dalla rottura di una relazione importante, mentre tra gli adulti il secondo fattore di rischio è emerso essere la perdita del lavoro. 

Emerge in conclusione un quadro della salute mentale già compromesso nel 2018, con valori molto elevati di diffusione di problemi legati a depressione e ansia, soprattutto negli anziani; inoltre, il rapporto sottolinea come i problemi di salute mentale non si esauriscano alla sfera individuale, bensì si inseriscano in una rete di concause che in modo inequivocabile ci restituisce che le persone sono inserite in un sistema di relazioni e di diritti, senza i quali la psiche rischia di ammalarsi.  

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