misurare la deprivazione relativa a livello nazionale

La povertà non è un fenomeno né semplice né assoluto. Nei decenni si sono trovati diversi modi per descriverla, modi che cercano di cogliere ciascuno un diverso aspetto del fenomeno: con povertà estrema ci si riferisce alla possibilità per un individuo di accedere a un paniere di beni ritenuti essenziali, quali acqua potabile, cibo e cure sanitarie; in Italia un individuo adulto è considerato in povertà estrema se sostiene una spesa mensile per i consumi in beni e servizi essenziali inferiore a un valore monetario che varia in base all’ampiezza del nucleo familiare e della ripartizione geografica del comune. La povertà relativa indica invece la condizione di chi vive al di sotto di una soglia ritenuta accettabile in un Paese, e viene operazionalizzata in alcuni casi con un livello di reddito pari al 50 o 60% della mediana del reddito familiare equivalente. 


Esiste tuttavia anche una dimensione immateriale della povertà, derivante dalla percezione di un proprio status in relazione ad altri assunti come riferimento. È il caso della deprivazione relativa, concetto introdotto dal sociologo James Davies nel 1969 come tentativo di spiegare un’ondata di disordini sociali avvenuta negli anni precedenti: secondo l’autore, le persone fondano le proprie aspettative sul passato, e quando la realtà non è all’altezza si verifica un’insoddisfazione collettiva. Come evidenziato da D’Ambrosio e Frick (2004), il benessere percepito dipende maggiormente dal grado di deprivazione relativa che dal reale reddito. 

A livello nazionale, è stato elaborato nel 1987 da Townsend l'indice di deprivazione europeo (EDI), un punteggio aggregato (ecologico) di deprivazione relativa che può essere calcolato per ogni Paese europeo a livello di piccola area utilizzando per la sua costruzione i dati di un'indagine europea (European Union Statistics on Income and Living Conditions: EU-SILC) specificamente dedicata alla valutazione della deprivazione relativa e i dati dei censimenti nazionali; può essere misurata attraverso diversi indicatori, come il reddito, l'istruzione, l'occupazione e le condizioni abitative. L'indice di privazione europeo (EDI) utilizza una combinazione di questi fattori per valutare il livello di deprivazione in diverse aree geografiche.

In uno studio di Guillaume et al. (2016), si è costruito un EDI specifico per alcuni Paesi, mediante una procedura a tre fasi:
  1. si è identificata la proporzione di abitanti che in ciascun Paese non riesce ad accedere ad alcuni beni fondamentali, in base all’EU-SILC del 2006, in modo da rilevare quali bisogni risultassero fondamentali in Italia, in Spagna, in Portogallo, in Francia e in Gran Bretagna; un bisogno comune a tutti i Paesi è stato quello di poter affrontare delle spese impreviste, mentre in Italia è risultato essere un bisogno specifico possedere un’auto, fare una vacanza e riscaldare la propria casa;
  2. si effettua una dicotomizzazione delle variabili rilevate a livello individuale tramite censimento e quelle aggregate tramite l’indagine EU-SILC; tramite regressione logistica, si identificano pesi per ciascuna variabile; in Italia ricevono un peso maggiore l’affollamento in casa, l’assenza di un bagno o una doccia, il non essere proprietari della casa in cui si vive, l’essere single, l’essere una donna con più di 65 anni di età, non avere un’educazione superiore e avere un impiego poco redditizio;
  3. a partire dalle variabili identificate nello studio precedente, si è proceduto alla costruzione dell’EDI specifico per ogni Paese.
A partire dallo studio di Guillaume et al., è stato possibile sviluppare alcuni indici specifici per Paese, come quello per il Portogallo (Ribeiro et al., 2017), quello francese (Merville et al., 2022), quello sloveno (Zadnik et al., 2018) e altri per aree minori come quartieri (e.g. Rocha et al., 2017). L’EDI è particolarmente utile per approfondire le disuguaglianze in salute: infatti, diversi lavori hanno rilevato un effetto della deprivazione relativa sulla mortalità per cancro (e.g. Vercelli et al., 2020). 


D’Ambrosio, C., & Frick, J. R. (2007). Income satisfaction and relative deprivation: An empirical link. Social Indicators Research, 81, 497-519. https://doi.org/10.1007/s11205-006-0020-0

Guillaume, E., Pornet, C., Dejardin, O., Launay, L., Lillini, R., Vercelli, M., Marí-Dell'Olmo, M., Fernández Fontelo, A., Borrell, C., Ribeiro, A. I., Pina, M. F., Mayer, A., Delpierre, C., Rachet, B., & Launoy, G. (2016). Development of a cross-cultural deprivation index in five European countries. Journal of epidemiology and community health70(5), 493–499. https://doi.org/10.1136/jech-2015-205729

Ribeiro, A. I., Mayer, A., Miranda, A., & Pina, M. F. (2017). The Portuguese Version of the European Deprivation Index: An Instrument to Study Health Inequalities. Acta medica portuguesa30(1), 17–25. https://doi.org/10.20344/amp.7387

Merville, O., Launay, L., Dejardin, O., Rollet, Q., Bryère, J., Guillaume, É., & Launoy, G. (2022). Can an Ecological Index of Deprivation Be Used at the Country Level? The Case of the French Version of the European Deprivation Index (F-EDI). International journal of environmental research and public health19(4), 2311. https://doi.org/10.3390/ijerph19042311

Zadnik, V., Guillaume, E., Lokar, K., Žagar, T., Primic Žakelj, M., Launoy, G., & Launay, L. (2018). Slovenian Version of The European Deprivation Index at Municipal Level. Zdravstveno varstvo57(2), 47–54. https://doi.org/10.2478/sjph-2018-0007

Rocha, V., Ribeiro, A. I., Severo, M., Barros, H., & Fraga, S. (2017). Neighbourhood socioeconomic deprivation and health-related quality of life: A multilevel analysis. PloS one12(12), e0188736. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0188736

Vercelli, M., Lillini, R., Stracci, F., Brunori, V., Gili, A., Bianconi, F., ... & Launoy, G. (2020). Cancer Mortality and Deprivation: Comparison Among the Performances of the European Deprivation Index, the Italian Deprivation Index and Local Socio-Health Deprivation Indices. Social Indicators Research, 151, 599-620. https://doi.org/10.1007/s11205-020-02396-7


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