come voteremo?

Il 25 settembre si va a votare. I partiti si stanno affannando per posizionarsi nell’universo del consenso, tra dichiarazioni, comunicati, botta e risposta, cercando il più possibile di guadagnarsi i voti degli indecisi. In questa ipercinesi comunicativa viene da domandarsi quanto siano davvero mobili le scelte elettorali e quanto influiscano davvero programmi e promesse. 



In questo senso torna utile un articolo di Schwartz, Caprara e Vecchione del 2010, pubblicato su Political Psychology, dal titolo Basic Personal Values, Core Political Values, and Voting: a Longitudinal Analysis. La domanda che si pongono gli autori è se il voto possa essere predetto meglio dai Core Political Values, che rappresentano un set di valori entro cui si collocano i partiti, o dai Basic Personal Values, che invece definiscono le coordinate che descrivono i valori personali. 

Per la definizione dei Core Political Values gli autori si sono riferiti a diversi lavori precedenti, giungendo a una sintesi che può essere descritta come nella figura qui sotto. 


Per la definizione, invece, dei Basic Personal Values gli autori si sono avvalsi del ben consolidato modello di Schwartz, che identifica tramite la tecnica statistica del Multidimensional Scaling (MdS) un piano cartesiano entro cui i valori individuali si distribuiscono circolarmente, definendo un circomplesso. 


Svolgendo un’analisi attraverso il MdS è stato possibile stabilire il grado di vicinanza tra valori personali e politici, mostrando come equality, civili liberties e accepting immigrants formino un unico gruppo che si distribuisce tra universalism e self-direction; i restanti valori, invece, hanno formato un secondo raggruppamento che si è posizionato tra security e power. Tutto questo ha mostrato come i valori personali fungano da base di ancoraggio per il posizionamento dei valori politici, e che influenzino il voto in modo indiretto. 


Inoltre, la ricerca identifica in modo inatteso due cluster valoriali, che nel circomplesso si posizionano in modo diametralmente opposto: secondo gli autori, questo potrebbe essere indicativo di quelli che, a livello di valori personali e politici, costituiscono i punti di attracco per definire posizioni conservatrici e progressiste. 

Una curiosità: il modello di Schwartz viene utilizzato anche nella European Social Survey, che ogni due anni rileva diverse variabili di interesse per la ricerca e il lavoro sociale in tutta Europa. L'ultima rilevazione in Italia relativa ai Basic Personal Values risale al 2018, ma il risultato è ugualmente interessante: infatti, risulta che gli italiani registrano punteggi elevati in valori che non definiscono in modo chiaro una propensione nelle preferenze politico-ideologiche, ma consentono di oscillare tra il polo conservatore e quello progressista. 




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